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La febbre da cambio di stagione: come gestirla?

Con il cambio di stagione spesso arriva la febbre!

Eppure c’è chi non ha questo problema e nonostante l’alternarsi delle temperature, il suo fisico non ne risente. Come mai? 

È una questione di difese immunitarie. Alcuni soggetti hanno un sistema immunitario più debole, altri vivono in ambienti le cui condizioni lo debilitano maggiormente oppure seguono una dieta poco sana o hanno uno stile di vita non rispettoso del proprio corpo.


Il nostro organismo è una macchina perfetta e la febbre ne è una prova. La nostra temperatura corporea è programmata per variare nell’intervallo abbastanza costante, compreso tra i 36°C ed i 37°C. In queste condizioni infatti tutti i processi metabolici che regolano il nostro organismo possono avvenire ad una velocità ottimale. Per fare ciò il nostro corpo è dotato di un termostato, regolato intorno ai 36,5°C.

Quando l’organismo viene attaccato da virus e batteri, come in presenza di un’infezione, questi producono alcune sostanze, le citochine, che agiscono sull’ipotalamo, regolandolo su una temperatura più elevata e provocando la febbre. Infatti, in queste condizioni il corpo "pensa" che la corretta temperatura sia superiore ai 37°C.

Seguendo questo ragionamento si può arrivare a concludere che la febbre non è uno stato patologico di per sé, ma il sintomo di un’infezione, quindi il modo corretto di gestire la febbre non è abbassare la temperatura, ma curare l’infezione. Infatti i microbi patogeni causa delle infezioni, generalmente non sopravvivono a temperature superiori ai 40°C e la febbre è il sistema che il nostro corpo ha messo a punto per combattere questi nemici. Per questo motivo la febbre deve essere vista in modo positivo, in quanto indica un’intensa attività interna di guarigione da infezioni che generalmente si risolvono spontaneamente, come le comuni influenze virali.

Nel caso di semplici rialzi termici dovuti ad attacchi virali comuni e in assenza di patologie particolari, risulta inutile assumere medicinali per abbassare la febbre, visto che è lo stesso aumento della temperatura corporea a costituire una medicina per la difesa dall’infezione. Questo discorso non può essere generalizzato a tutti gli stati febbrili, dal momento che oltre una certa temperatura, possono presentarsi complicazioni di altro tipo, dunque è bene monitorare la febbre e fare in modo che questa non superi i 39°C, nel qual caso, sotto prescrizione medica, l’assunzione di un antipiretico è opportuna.

Nei casi invece di un aumento della temperatura di pochi decimi, bisogna tenere presente che i farmaci di questo tipo sono utili per attenuare la sensazione soggettiva di disagio e per tenere sotto controllo la temperatura, ma non accelerano la risoluzione dell’infezione. L’uso di antibiotici invece, viene sempre più sconsigliato dal momento che questi attaccano sia i batteri patogeni che quelli utili, generando un abbassamento delle difese immunitarie e rivelandosi inutili nel caso di infezioni virali. Insomma, normalmente il periodo di malattia tipico delle influenze stagionali va affrontato con serenità proprio perché grazie alla febbre l’organismo verrà rinforzato.

Il modo migliore per gestire le influenze di questo tipo non sta nel forzare l’abbassamento di temperatura, ma nel supportare le proprie difese immunitarie nel contrastare l’infezione responsabile dello stato febbrile.
Come sempre l’alimentazione corretta risulta un’ottima alleata.

Innanzitutto la febbre comporta un aumento del metabolismo, quindi è indispensabile mangiare e anche aumentare leggermente le calorie introdotte. Bere almeno due litri di liquidi al giorno aiuta a mantenere il giusto equilibrio elettrolitico, soprattutto in caso di sudorazione abbondante.

Il brodo, di carne o vegetale, è ricco di nutrienti e risulta fluidificante, è ottimo quando si presentano difficoltà nell’assunzione di alimenti solidi. Miele, succhi di frutta freschi e spremute di agrumi assicurano il corretto apporto di zuccheri complessi e vitamine. Yogurt, budini, latte e uova si consigliano anche nel corso della fase di inappetenza. Anche il pesce, la carne e i legumi hanno un elevato valore biologico, mentre tra i cereali sono da preferire riso e orzo, per il loro contenuto proteico.

Frutta e verdura cotte o crude forniscono fibra, vitamine e nutrienti ad azione antiossidante, favoriscono la lotta ai radicali liberi, maggiormente prodotti durante il rialzo termico. Le tisane, dolcificate con il miele, risultano un’ottima bevanda. Durante il periodo febbrile può essere utile anche aggiungere alla propria alimentazione lievito di birra, germe di grano o integratori alimentari specifici, che aiutino l’organismo a rinforzare il sistema immunitario.


Un’ottima strategia è quella di prevenire le influenze da cambi di stagione, incrementando l’assunzione di vitamine, con frutta e verdura o con supplementi alla dieta. La frutta e la verdura sono da preferire crude, dal momento che alcune vitamine, come la C, si deteriorano con i trattamenti termici. Anche il peperoncino, il curry e la paprica, sono un ottimo “vaccino naturale” per il loro contenuto in acido acetilsalicilico. Nella preparazione dei cibi è bene usare aglio e cipolla, che hanno proprietà antisettiche e condire utilizzando il limone, che potenzia le difese immunitarie.

Per difendersi da questo tipo di influenza è bene anche seguire alcune pratiche quotidiane, come bere molto sia acqua che tisane; aprire le finestre un paio di volte al giorno per almeno 15 minuti, per favorire il corretto ricambio d’aria ed evitare il ristagno che favorisce la proliferazione batterica; lavarsi spesso le mani e vestirsi a strati evitando indumenti troppo pesanti che fanno sudare.

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Dott.ssa Alessia Capozzi www.communicationkitchen.com info@communicationkitchen.com